#oggi mi sono svegliata male proprio
Explore tagged Tumblr posts
lovingtheshow · 1 year ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
[2x07 - 2x12] Sto per lasciare Roma. Non so dove hanno deciso di farmi vivere. So solo che, per tanti anni, non vedrò più questa città. Nè Napoli. Nè te. // I'm about to leave Rome. I don't know my new destination. I only know that, for a long time, I won't see this city anymore. Nor Naples. Nor you.
112 notes · View notes
mineestellepolari · 2 years ago
Text
Da oggi ho deciso di aprire una “rubrica”, non so se è una buona idea, non so se qualcuno mai la leggerà o se a qualcuno importa, ma così mi dice la testa.
La rubrica si chiamerà “cose che nessuno mi ha chiesto”
1. Il biciclettaio:
Un giorno il mio migliore amico (una ragazzo di Avellino che studia medicina qui a Firenze, si chiama Michele, detto Mike), mi ha invitato a casa sua per uno dei suoi soliti festini. Mi sono ubriacata male, quella notte mi è venuto il ciclo, mi sono svegliata che ero un mostro dolorante e in post sbornia.
La mattina Mike aveva preso appuntamento per andare a comprare una bici in un posto dove praticamente raccolgono le bici usate e abbandonate che il comune rimuove periodicamente in giro e le rimettono a nuovo con l’aiuto dei carcerati. “Fico!” penso, ma sono veramente troppo distrutta anche solo per tornare a casa, figuriamoci.
Gli dico di no. Insiste all’infinito.. nulla, devo accompagnarlo. Arriviamo lì e c’è un ragazzo giovane, sulla trentina, che sta aggiustando una bicicletta. Il mio amico ci parla per dirgli che li aveva contattati per comprare una bici da loro e lui la recupera e la ricontrolla tutta.
Ci fa aspettare un bel po’, non ricordo il perchè e per tutto il tempo il l’ho fissato perchè mi frullavano nella testa mille domande che avrei voluto fargli, tipo “ma tu sei un carcerato? Ti danno i permessi per uscire e venire a lavorare qui? Come funziona? Come è nata questa associazione? Ricevete fondi?” e via dicendo..
Lui è concentrato sulla bici e non mi sembra che faccia troppo caso a me, sinceramente.
Con non poche difficoltà e un’eternità di tempo (almeno cosi mi è sembrato a me) siamo riusciti ad infilare la bici nella macchina di Mike.. diciamo la verità, la ruota di dietro usciva dal bagagliaio dove era seduta una ragazza che reggeva sia la bici che lo sportello. Si, abbiamo rischiato la morte, ma lasciamo perdere.
Mike tutto contento finalmente mi riporta a casa e mi regala la sua bici vecchia che ormai aveva sostituito perchè per lui era troppo bassa e mi regala uno stiker dell’associazione, con su scritto “piede libero”.
Attacco subito lo stiker sulla bici e faccio una bella foto e la pubblico su instagram, “voglio far conoscere questa realtà!”, penso tra me e me. Quindi taggo la pagina dell’associazione, dopo averla trovata e seguita.
Mi mettono like alla storia. Bene.
Mi scrivono qualcosa tipo “grazie per il tag! Hai preso la bici da noi?” e io rispondo che no, avevo accompagnato un mio amico a prenderla e mi aveva donato lo stiker.
Mi facevo ancora molte domande sull’associazione e su quel ragazzo, quindi sono andata a curiosare e..tac! L’ho trovato! È taggato sulla foto! Mado subito sul suo profilo.. “Carino!” penso.
Dopo un po’ mi segue e mi scrive.. iniziamo a parlare e scopro che era sempre lui che mi rispondeva anche dalla pagina dell’associazione, solo che non poteva scrivermi troppo perchè il suo “capo” ha anche l’account e ogni tanto ci entra.
Scopriamo di vivere nello stesso quartiere.. gli dico che la bici che mi ha rifilato il mio amico è messa male e vorrei aggiustarla, ma senza spenderci troppo, lui mi dice che è un servizio che non fanno, ma che mi avrebbe dato un’occhiata se gliela portavo al baracchino sul lungarno dove lavorava.
Dopo qualche giorno torno lì dove c’è lui ad aspettarmi. ll capo vecchio non c’è, per fortuna.
Finalmente lo vedo dal vivo e questa volta da vicino. “È proprio bello!”, penso. Poi con quel fare da meccanico, con le mani tutte unte.. cerco di non pensarci ed essere disinvolta mentre sono dentro l’officina con lui e scambiamo 4 chiacchiere. Dopo un po’ me ne vado, dovevo fare weed shopping e poi sarei tornata.
Bevo due o tre spritz con la mia spaccina del cuore e torno da lui, mezza brilla. Ha sta finendo la bici, me la rimessa a nuovo e aggiunto luce e cestino! È veramente bella! Lo ringrazio e gli chiedo quanto gli devo, mi dice 25€, mi sembra un prezzo onesto.
Come una cogliona mi rendo conto che ho prelevato i soldi quasi solo per l’erba, mi rimangono 15€. Gli chiedo se posso pagare con la carta, non l’avessi mai detto!! Mi fulmina con lo sguardo e mi dice “seria?!” io rimango impietrita e dico “scusa, proprio non ci avevo pensato a prelevare 😅”…
Lui è palesemente scioccato in senso negativo e mi dice “non fa nulla, piuttosto me li porti un altro giorno! Possiamo vederci vicino casa e me li dai!”
Gli dico che è un’ottima idea, mi scuso e gli prometto che il giorno successivo avrei saldato il debito!
Come promesso il giorno dopo gli scrivo, ci vediamo alle 7 del mattino, prima che lui andasse a lavoro, sotto casa mia. Facciamo due chiacchiere e gli chiedo se posso offrirgli un caffè da me per farmi perdonare, lui accetta e sale.
Chiacchieriamo un po’, beviamo il caffe, io fumo, parliamo dell’associazione e noto che lui si avvicina piano piano.. fino a mettermi le mani sulle tette e baciarmi. Ogni tanto mi stacco e mi allontano, ma lui mi cerca, mi vuole. Non riesco a non cedere alla tentazione e mi lascio andare.
Finiamo mezzi nudi sul divano, ci tocchiamo, baciamo e infiliamo le mani ovunque a vicenda.
Ad un certo punto lo blocco, gli dico che non posso farlo perchè sono fidanzata. Lui rimane un po’ scioccato, si riveste e se ne va.
Ci risentiamo ancora, mi dice scherzosamente “mi offri un altro caffe?” e io gli dico “va bene, ma questa volta innocente caffe”..
Viene a casa mia, di nuovo, mi chiede del mio ragazzo e mi confessa che anche lui è impegnato e convive da poco con una donna più grande, che stanno pensando di mettere su famiglia e che lui ha un po’ di ansia e pensa che sono le sue ultime occasioni di libertà. Parliamo molto, ma ad un certo punto mi risalta addosso, mi bacia intensamente.. che fatica.. mamma mia..
Finiamo a letto, stiamo quasi per farlo, ma lo blocco di nuovo.. lui si incazza, discutiamo e se ne va sbattendo la porta.
Ci siamo risentiti poi, un pochino abbiamo chiarito, ma ho visto che lui non mi segue più su ig (unico contatto tra noi), quindi boh.
Questa storia, per ora, finisce qualche mese fà.. ero in giro con mia madre che era venuta a trovarmi, andiamo a prendere la tramvia per raggiungere il centro. Ad un certo punto vedo un ragazzo e una ragazza che camminano affianco con un passeggino. “Sono proprio una bella famiglia!” penso tra me e me. Poi li guardo meglio.. era lui. Con la compagna. E un bebe di qualche mese, mi si è ghiacciato il sangue. Poche volte nella vita mi sono sentita così tanto una merda.
24 notes · View notes
idettaglihere · 1 year ago
Text
oggi con il cibo è andata davvero davvero male. mi sono svegliata alle 7 e ho fatto colazione alle 10.30 perché sapevo che appena toccato cibo non ne avrei avuto abbastanza. decisione stupida: andare a fare la spesa proprio oggi, ho comprato cose del tutto inutili, che ora vorrei buttare perché mi sento in colpa al solo pensiero di mangiarle, eppure più ci penso e più le mangio. ho mangiato troppo, troppo spesso più che altro, mandando all'aria completamente la mia routine alimentare giornaliera. mi sono allenata, sì, ho anche camminato abbastanza ma vorrei farlo per piacere mio e non con il pensiero di dover smaltire tutto. ho contato le calorie e questo mi fa paura. il numero non è esagerato ma so di aver sbagliato in quello che ho mangiato. arrivata a questo punto del percorso che dura da più di un anno, le persone si sono fatte una visione di me idilliaca, perché ho perso tanto peso e l'ho fatto sembrare facile e quindi si crano aspettative, si aspettano che io non possa mai fallire. ma oggi ho fallito, ho fatto schifo, è stato brutto e vorrei solo sparire.
8 notes · View notes
danilacobain · 2 years ago
Text
Selvatica - 56. Ancora una volta
Faceva male ogni volta, e sempre in maniera più intensa. Corinna cercava di sforzarsi di pensare ad altro quando andava nel negozio dove lavorava e faceva una strada diversa per evitare di passare davanti a casa di Ante e magari rischiare di incontrarlo.
Quella mattina, poi, era stato particolarmente difficile pensare a qualcosa di diverso. Si era svegliata con una notizia che le aveva lasciato addosso diverse sensazioni: Antonio era stato arrestato. Glielo aveva detto Monica a colazione e poi lo aveva letto sui cartelloni fuori dalle edicole mentre percorreva l'ennesima strada diversa per arrivare a lavoro.
Il sollievo e la gioia avevano presto lasciato il posto a una profonda tristezza. Avrebbe tanto voluto chiamare Ante e parlarne con lui, gioirne con lui. Chissà se anche lui aveva saputo, chissà se anche lui la stava pensando o se era già andato avanti con la sua vita.
In quelle settimane aveva seguito qualcosa della sua squadra in tv, sapeva che stavano vincendo tutte le partite e che Ante aveva fatto anche qualche gol. Almeno era felice.
Per tutta la mattinata non aveva fatto altro che pensare a lui, senza riuscire nell'intento di deviare verso altre cose, e uscendo dal lavoro la tentazione di prendere la strada sbagliata fu forte.
Prese un bel respiro e cercò di calmare l'agitazione interiore pensando che di lì a poco avrebbe iniziato il turno al museo. Quel nuovo impiego si stava rivelando più bello delle sue aspettative, già altissime. Quando stava lì dentro si sentiva bene e in quelle sale meravigliose, circondata da capolavori di ineguagliabile bellezza, riusciva persino a lasciare Ante fuori per un po'.
Al suo arrivo nel museo c'era un gran via vai di gente che trasportava cose da una stanza all'altra. Si avvicinò alla reception prima di posare le sue cose nella stanzetta dedicata al personale. Dietro al bancone c'era Emanuele, uno dei suoi nuovi colleghi.
«Che succede?»
Lui alzò lo sguardo dal computer e la fissò attraverso le lenti degli occhiali dalla montatura blu acceso. «Non lo so, sono appena arrivato. Pare debbano girare un episodio di una serie che andrà in onda il mese prossimo.»
«Ah. Quindi oggi restiamo chiusi? Non mi avevano detto niente.»
«Solo un paio d'ore.»
Corinna tamburellò con le dita sul bancone. «Va bene, io che devo fare nel frattempo?»
«Corinna?»
Corinna si voltò e si ritrovò faccia a faccia con Isotta, bellissima e raggiante. La ragazza l'abbracciò.
«Sei proprio tu! Come stai?»
La sua gioia era contagiosa, faceva bene al cuore. «Girerai un episodio del tuo show qui?»
«Sì, certo. Ma tu che fai?»
Sorrise. «Lavoro.»
Il volto di Isotta si illuminò. Si girò a guardare il direttore del museo. «Voglio lei», disse a voce alta, per farsi sentire da tutta la troupe.
Corinna sbatté le palpebre. «Per fare cosa?»
Isotta strinse le mani sulle sue braccia. «Girerai tu con me.»
Il direttore si avvicinò scrutando Corinna, facendola sentire piccola piccola sotto al suo sguardo autoritario. «Ma lei non lavora qui, è solo una tirocinante. È arrivata da poco, non è preparata...»
Isotta sbuffò, per niente intimorita dal tono del direttore. «Dio santissimo, datele un copione. Lo imparerà subito.» Sorrise a Corinna prima di fare qualche passo verso una donna. «Vera, occupati di lei.»
«Va bene, dobbiamo anche cambiarla?»
«No. Vedi se le piace qualche altro vestito, altrimenti va bene anche così.»
«Ma...» Corinna provò a parlare ma Vera le mise una mano sul braccio e la guidò verso una specie di camerino approssimativo, allestito in una delle sale di attesa.
Successe tutto in fretta. Uno dei suoi nuovi colleghi le portò un copione, lei lo lesse, lo rilesse, mentre Vera e altre due ragazze le sistemavano i capelli, la truccavano e la incoraggiavano. Poco dopo era con Isotta in sala, a parlare del museo, delle opere e delle mostre presenti, dell'importanza dell'arte davanti alle telecamere. I faretti puntati contro, le continue interruzioni, i cambi di scena e tante risate.
Soltanto quando il regista disse che avevano concluso cominciò a realizzare quello che era appena accaduto. Isotta l'abbracciò.
«Sei stata bravissima.»
«Grazie, è stato bello.» Si sentiva più leggera e felice.
«Mi dispiace non essermi fatta sentire in questo periodo ma, come vedi, ci siamo quasi. Il mio programma sta per partire e sono super piena di impegni.»
Corinna scosse la testa. «Non ti preoccupare.»
Isotta le fece segno di andare in un angolo, lontano dagli altri. Le accarezzò un braccio. «Ho saputo tutto quello che è successo con Ante. Mi dispiace tantissimo. Vorrei poter fare qualcosa per voi, magari vi organizzo un incontro. Sono sicura che se vi rivedeste...»
La tristezza le calò di nuovo addosso come una tenda che veniva tirata dopo aver fatto entrare un po' di luce nella stanza, facendola ripiombare nel buio. «Isotta, non credo che Ante voglia rivedermi.»
Lei sospirò. «È così triste, ultimamente. Ed è un peccato che due persone che si amano come voi non stiano insieme. Chi si ama dovrebbe sempre stare insieme.»
«Ma io ho provato a chiedergli scusa, ho provato a fargli capire il motivo per il quale gli ho tenuto nascoste quelle cose. Lui non vuole più saperne di me, l'ho deluso troppo.»
«Eri una delle poche persone che lo rendevano veramente felice. Ha il cuore spezzato, ma per te si butterebbe anche nel fuoco. È solo troppo testardo Hai visto? Alla fine è riuscito a far arrestare quel pezzo di merda che ti ricattava.»
Corinna avvertì il cuore fermarsi. «È stato Ante?»
«Certo. Dovresti chiamarlo.» Le diede un abbraccio veloce. «Ora devo andare, sappi che faccio il tifo per voi. Spero che torniate insieme molto presto. Appena mi daranno il video montato te lo mando.»
Corinna seguì l'andatura aggraziata di Isotta con lo sguardo fino a che non uscì dalla sala, poi camminò veloce fino al primo bagno, si infilò dentro e chiuse la porta a chiave. Poggiò la schiena contro la parete di legno verniciata di grigio scuro. Asciugò una lacrima che scappava veloce lungo la guancia.
Il cuore batteva forte in un misto di gioia e dolore. Sangue che entrava e usciva veloce, tagliando e curando, sempre sul punto di rinascere ma non riuscendo mai completamente a sbocciare.
Era stato Ante, ancora una volta. L'ennesima dimostrazione che lui il suo amore glielo aveva dimostrato in tutti i modi mentre Corinna non era riuscita ad oltrepassare la sua cieca convinzione che se avesse saputo tutto di lei si sarebbe allontanato. Era successo esattamente l'opposto, si era allontanato perché non si fidava più di lei.
Forse Isotta aveva ragione e per loro non era ancora finita. Finché il sentimento rimaneva vivo c'era sempre una speranza e lei era stanca di alzarsi ogni mattina e fare finta che la vita sarebbe stata bella anche senza Ante. Tre settimane senza di lui erano state un massacro per il suo cuore.
Voleva vederlo, anche solo per ringraziarlo. L'ultima volta non si erano lasciati nel migliore dei modi e Corinna non era riuscita a mostrargli tutta la gratitudine e tutto l'amore che provava per lui e che in quel momento erano più forti che mai.
Forse avrebbero fatto pace, forse no. Ma doveva andare da lui.
4 notes · View notes
pizzakaijuisekai · 10 months ago
Text
Il giorno della stanchezza totale e della dormita sul balcone
Ore 12:30
Mattinata dietro ad una torta salata. Seriamente: ho iniziato alle nove, ho finito adesso (e se dovessimo essere pignoli, non è nemmeno tanto pronta, sempre umidiccia sotto). Mi sono svegliata stanchissima, ho mangiato quel cazzo di cornetto per fare il video (mamma mia che schifo e quante calorie buttate) e non mi sento molto bene. Non sento nulla, ho male alla cervicale ed anche mal di testa. Ho preso un Oki. Sono indietro con tutti i miei propositi e non ho nulla da dire, perché non ho fatto proprio nulla. Speriamo di riprenderci.
Ore 13:40
Sarà il ciclo, ma mi vedo la faccia gonfissima (e non solo quella). Voglio iniziare a saltare dei pasti, mi sento sempre stracolma e non sono mai contenta di mangiare. La torta salata era buonissima, ma forse mangiarla a metà giornata mi avrebbe reso più contenta? Passo le mie giornate in preda alla digestione. Non so come si possa tornare a saltare il pranzo (si può?) però senz'altro posso iniziare a saltare qualche cena ogni tanto. Vorrei tanto saltare 3 pasti a settimana, sarebbe già un inizio e secondo me mi farebbe sgonfiare. Comunque oggi non fa testo, sto male sotto ogni aspetto.
Ho troncato un libro russo di cui manco ricordo il titolo. Più leggo certi classici che ho sempre snobbato e più mi pare che i classici siano degli harmony soft. Perdita di tempo.
Ore 16:20
O le cose si fanno o non si fanno. Devo per forza smettere di mangiare, mi sento un pallone. Stasera non ceno. Sono uno straccio totale. Ho letto, giocato, scritto e fatto tutto quello che dovevo, ma mi bruciano gli occhi ed ho la testa che mi scoppia. Adesso guardo qualche cartone animato. Giornata proprio impossibile dal punto di vista fisico e mentale.
Ore 19:10
Post passeggiata. Così stanca che ho dormito pure sul balcone... ho visto un paio di cartoni animati, assolutamente nulla da segnalare, nulla da pensare. Nulla. Nemmeno se mi sforzo. Oggi sento solo il gonfiore di pancia. Giovedì riprendo la pillola. Sarà una lunga attesa... Il programma di domani mattina, poi, non è proprio leggerissimo. Devo pure andare a Palinuro per commissioni. Aiuto.
0 notes
with3r3d-r0s3 · 1 year ago
Text
Sono a letto, ho la tua maglietta ed ora penso proprio di andare a dormire.
Sto ancora male di gola.. tosse sempre.
Mi passerà prima o poi dai, sto un poco meglio. C ho un po' di sonno.
Provo a dormire perché anche ora spero di svegliarmi ed essere ancora più felice e serena di come mi sono svegliata l'ultima volta.
Oggi non passava mai il tempo a lavoro.
Domani ho lezione tutto il giorno, devo andare a lavoro pomeriggio a dare una mano con i preparativi poi andiamo a fare ape coi colleghi. Alla fine lavoro. Speriamo sia una bella giornata rilassante. Lo spero anche per te.
0 notes
ross-nekochan · 2 years ago
Text
Tumblr media
Lunedì ho risposto ad un annuncio di lavoro. Era un annuncio per camerieri. Proprio così.
Ma sei scema? Sei laureata e ti metti a fare la cameriera? Sì. Ho sempre detto che non disegno il lavoro manuale. È un po' come la palestra: sei stanco, ma di quella stanchezza che ti fa sentire vivo. In secundis, l'avrei fatto come cosa momentanea, nell'attesa di qualcosa di più "grosso", per darmi un impegno e per racimolare qualche soldo, dato che la paga era anche più di quanto mi aspettassi (poi arriviamo alla fregatura). Era questa l'idea.
Già dal primo giorno, questa nuova realtà mi ha fatto riflettere (un po' troppo). Strano quanto possa accenderti il cervello lavorare fisicamente. Avevo venduto il mio tempo e le mie energie, un'altra volta. Ero delusa da me stessa, ma che ci posso fare se in questo mondo si campa a suon di compravendita? Non avevo più il tempo di leggere un libro, né le forze mentali per farlo. Il secondo giorno sono caduti altri altarini, come accade in quasiasi azienda: nel momento in cui si lavora, si lavora; prima e dopo, via di frecciatine, inciuci e lamentele, quando basterebbe avere le palle di parlare in faccia. Il terzo giorno il mio corpo ha cominciato a chiedere pietà (ovviamente è anche una questione di poca abitudine, but still stare in piedi quasi 10h no stop per tre giorni non è bello per nessuno). Il quarto e ultimo giorno è stato oggi: mi sono svegliata alle 11:30 perché fortunatamente avevo la mattina libera ma con un dolore lancinante alle cosce, non dico da non riuscire a camminare ma comunque molto doloranti (cammino regolarmente 10km al giorno senza dolori). Oggi, sabato sera con un turno dalle 17:00 alle 02:00, perché, come è normale che sia, dopo il servizio, non hai finito di sgobbare: tocca la mazzata finale del lavare e pulire a terra.
Parlare dei social è essenzialmente autoreferenzialità quindi quello che scrivo non arriverà a chi vorrei che arrivasse perché siamo così tanto due mondi distanti che mai leggerà queste parole, ma lo scrivo comunque: la schiavitù non è scomparsa. Nemmeno in Italia, figuriamoci nel mondo. Non dovete essere gentili con chi vi serve al tavolo, di più. Se sono lì a sgobbare chiedetevi in che cazzo di condizioni vivono. Siate umani, più del solito. Dove ho lavorato per questi 4 giorni, come cameriera c'era una madre di famiglia di 44 anni. Una madre che torna a casa alle 2 di notte e che i figli forse li vede 3h al giorno. Un'altra madre di famiglia che per mestiere lava i piatti. Un'altra che aiuta in cucina. Tutto questo per cifre ridicole. Io non lo so chi glielo fa fare. Perché ovviamente si sanno lamentare, ma pochi hanno il coraggio di cambiare. E chi sono io per dire che è mancanza di coraggio e non necessità?
Mi ha fatto male rendermi conto della mia situazione di privilegio. Non sono povera, non ho bisogno di soldi per vivere. Già questo mi mette in una condizione di superiorità a chissà quanta altra gente. Mi sono quasi commossa al pensiero di quelle madri.
Posso capire i datori di lavoro, ma non li posso giustificare quando si trovano di fronte a queste realtà, come fanno a non adeguare il compenso alla fatica messa dagli altri. D'altro canto non riesco nemmeno a capire la scelta di vita, dato che il passo da datore a imprenditore non lo si vuole compiere e per questo si finisce per vivere per lavorare. Ok bravo guadagni 1000€ al giorno ma poi lasciate vostro figlio dalla nonna per 3/4 di giornata. Quand'è che godrete di questi guadagni se sgobbate pure voi per dirigere la baracca? Questa è vita, per voi?
Stasera ho finito il turno alle 2:00, adesso sono le 5 del mattino e non voglio sapere domani quali saranno i dolori alle gambe che avrò, dopo che ho camminato altri km sui dolori che già avevo e che non ho sentito più a causa dell'adrenalina che devi necessariamente avere per essere scattante in tutto quello che fai. Lo considero un lavoro usurante eppure nessuno lo penserebbe mai, ma sì, usura. Non penso sia un lavoro da fare oltre alle 3/4 volte alla settimana e non ci voglio pensare a quelle madri di famiglia (o anche ai ragazzi più piccoli o miei coetanei) che lo fanno 6 o 7 volte alla settimana, per anni. Che macchine da guerra - letteralmente: macchine. Perchè o fai così o perisci: questo è lo schiavismo figlio diretto del capitalismo contemporaneo.
In questi 4 giorni ho lavorato (per non dire sgobbato) 26h e ho guadagnato 140€ ovvero 5€/h. Pensateci tutte le volte che venite serviti da qualcuno, al bar, al ristorante o in pizzeria.
61 notes · View notes
mermaidemilystuff · 2 years ago
Text
Ho (non) dormito malissimo, svegliata tardissimo. BOOM primo pensiero: non hai combinato nulla nella tua vita fin'ora. SBEM secondo pensiero: oggi sarai completamente sola e passerai giornate senza interazioni probabilmente per almeno una settimana. Ultimo ma non meno importante, SBABAM sei brutta e grassa.
Che la vita -e le domeniche- me le vivo male già lo so, ma oggi sono proprio partita carica. Chissà, forse avendo """""affrontato""""" queste tematiche così di prima mattina oggi alla fine mi godrò una lazy domenica e pure la pizza sta sera. We will see.
21 notes · View notes
kyda · 2 years ago
Text
da prima di ieri notte ho un mal di gola insopportabile. da quando ho avuto il covid a gennaio mi capita spesso. ho comprato un'altra lampada di sale perché quella che avevo qualche anno fa a palermo ha smesso di funzionare e ne volevo un'altra da troppo tempo. rimane una questione irrisolta con una persona importante che mi fa stare male. ho acceso una candela e adesso mi metto a studiare, mi sono svegliata molto presto oggi perché sono tornata a casa stamattina dopo aver dormito da papà. ho comprato anche un piumone nuovo che ho messo a lavare appena arrivata a casa e ho bevuto acqua calda limone e miele senza sosta negli ultimi due giorni. dopo così tanti anni passati a chiedermi quando mai avrò una situazione stabile forse è il caso di accettare che la stabilità è proprio non avere stabilità per me
9 notes · View notes
ambrenoir · 3 years ago
Text
TRATTO DALLA PAGINA FB DI YAKAMOZ
// P.S. //
Domani mi sposo.
Te lo scrivo qui, nel silenzio di una casa che spero un giorno di sentire mia, mentre mi accorgo di non aver chiuso totalmente il rubinetto del lavandino in bagno. Goccia, dopo goccia, dopo un’altra goccia, il rumore dell’acqua che cade lenta e costante accompagna ogni parola che scrivo.
Scrivo, non scrivo, scrivo, non scrivo.... Sbilancio i miei pensieri, corrono su prati di margherite (ma mi ama o non mi ama?) e appendo la mia penna ad una decisione che vorrei prendesse qualcun altro. Un petalo, ad esempio.
Scrivo, non scrivo, scrivo, non scrivo...
Dovrei evitare di scrivere perché non ho nulla di definito da comunicare. Non ho un punto preciso dove arrivare e mi sento come quando tento di trovare l’inizio della pellicola trasparente.
(Mi ama, non mi ama, mi ama, non mi ama...).
Non mi hai mai dato condizioni eppure sento di averle sempre avute. Ho provato ad ogni modo, ogni giorno, di liberarmi da un’idea. E mi sembrava di esserci riuscita bene. La camera era ben sistemata ed io avevo chiuso i cassetti in maniera ordinata. Ogni tanto ammetto di essere andata ad aprirne qualcuno. Lo faccio ancora oggi, leggo, rivivo, mi emoziono, mi agito, mi rilasso... Poi finisce che sorrido sempre, mi manchi per qualche ora di più, tanto di più, sorrido un po’ meno, poi mi risistemo e riparto.
(Scrivo, non scrivo, scrivo, non scrivo...).
Ho pensato per anni che o dovevi venire a prendermi o dovevi lasciare che qualcun altro lo facesse per te.
Poi mi sono svegliata una mattina ed ho capito che tu non mi dovevi proprio niente, che era tutto parte dei miei castelli fatti di sogni e amarezze, di speranze e labirinti sentimentali, di desideri puri e giudizi male argomentati. Faceva tutto parte di un film ricco di dialoghi tra me e te.
(Scrivo, non scrivo... Ma mi ama o non mi ama?...)
Che faresti adesso, se potessi davvero scegliere senza nessuna clausola relazionale?
Chi cercheresti adesso, se potessi chiudere gli occhi, allungare una mano e trovare un contatto?
Se tutto si annullasse, se potessi ripartire, se potessi ascoltarti, se potessi...Semplice se potessi?
(Scrivi, non scrivo, scrivo, non scrivo....)
Il rumore delle gocce si fa sempre più forte, come se si avvicinasse, sento il suono ovattato, rimbomba come fossimo in galleria.
Se dovessi scrivere, questa sera, a mani aperte (cuore), entrerei nella stanza che ti appartiene e aprirei l’ultimo cassetto dell’armadio. Prenderei in mano uno dei tuoi bigliettini e lo ricopierei senza modificare nulla.
“Voglio toccarti, baciarti e niente altro”.
E niente altro.
Ma domani io mi sposo.
E niente altro.
Ma domani io mi sposo.
E niente altro.
Ma domani io mi sposo.
Forse volevo solo dirti che mi sento in pace. Che alla fine sento di averti dato tanto, di aver trascorso degli anni bellissimi anche se a volte somigliano a piccole bugie costanti, perché a volte mi sembra solo di averti aspettato.
(Mi ama, non mi ama, mi ama, non mi ama....)
Domani mi sposo.
Chiudo, strappo e vado a chiudere il rubinetto per bene.
Poi vado a pensarmi bella, per qualcun altro,
e amata, da qualcun altro.
Ma io Ti sorrido. Sempre.
Stammi bene.
Tua ♥️
#yakamoz
5 notes · View notes
volumesilenzioso · 3 years ago
Text
Oggi mi sono svegliata, come ogni mattina, nell’agonia della vita, di una nuova giornata da affrontare, fingendo anche di non aver avuto il desiderio, un attimo prima di addormentarmi, di non aprire gli occhi la mattina seguente. Mi rendo conto di quanto la mia vita sia vuota, certi giorni più di altri, ma sempre, comunque e inesorabilmente vuota. Il bello è che sembra non importarmi più, c’è stato un tempo in cui, guardando al mio ipotetico, spoglio futuro, mi convincevo di dover fare qualcosa per cambiare la visione che avevo di esso, di dovermi mettere in movimento, di dover aspirare ad un futuro migliore, perché in fondo sapevo di meritarlo. Adesso non più, quando penso al futuro lo immagino bellissimo, pieno di tutte le cose a cui da sempre ho aspirato, vedo la vita che ho sempre voluto, nel posto che ho sempre voluto, con la persona che ho sempre voluto, poi mi rendo conto di quanto sia irrealizzabile, dato che in questo fantastico futuro includo sempre persone che non ci sono più, e non mi riferisco a persone che ho perso di vista o con le quali ho litigato, parlo proprio di persone che non ci sono più, se ne sono andate, non torneranno. Allora smetto di viaggiare, riporto la mia testa sulla terra. Sarebbe bella, la vita, se potessi realizzare quel futuro, ma non mi rimane altro che accettare il fatto che non potrò mai farlo davvero. E allora resto ferma, perdo la speranza, per qualche istante mi sento soffocare, come se stessi male, come se l’angoscia mi stesse opprimendo. Un attimo dopo passa tutto, perdo l’interesse, all’improvviso non mi importa più del presente né del futuro, mi perdo di vista, non credo più in niente. Non mi importa più.
11 notes · View notes
respirodinuovo · 4 years ago
Text
Mi hai portato il caffè appena mi sono svegliata e ti sei seduto sul bordo del mio letto, mi hai detto che oggi è proprio una bella giornata e che potremmo andare insieme a fare una passeggiata. Mi sono preparata, ho lasciato camera in disordine per non perdere neanche un secondo del tempo che avrei passato con te e siamo usciti. Il sole era bello caldo, abbiamo preso un paio di gelati, sai qual è il mio gusto preferito e qual è il mio gelataio preferito. Era buonissimo. Siamo passati di fianco al mare, abbiamo trovato una panchina libera e così cono iniziati i ricordi. Quella volta in cui mi hai preso lo zucchero filato, quella volta in cui avevo paura del compito in classe, quella in cui non sono entrata a scuola ma mi avete scoperta, la volta in cui mi sono fatta male cadendo e mi avete portata di corsa all'ospedale, che dolore. La volta in cui avevo paura di diventare grande, di non sapere cosa fare in futuro, che liceo e università frequentare, ma mi hai tranquillizzata e così ho trovato la mia strada. Quella volta in cui mi sono innamorata per la prima volta e quella in cui sono stata anche delusa per la prima, ricordi? Ricordi gli abbracci forti, i baci sulla fronte, la manina piccola nella tua grande per attraversare la strada fuori l'asilo?
Invece. Stamattina mi hai portato il caffè appena mi sono svegliata e mi hai chiesto "chi sei?". Sono ancora io, papà. Sono sempre io.
- Respiro dinuovo
11 notes · View notes
sayitaliano · 4 years ago
Note
Ciao! Qualcosa che mi rende felice oggi è che mi sento più produttiva. Mi sono svegliata più presto del solito, ho messo un po’ d’ordine nella mia camera, fatto colazione con la mia mamma e poi ho continuato di lavorare su un progetto che ho cominciato da un po’. Ho ancora una lunga strada da fare (sia nella mia salute mentale come in quella fisica), ma per il momento sento che le cose stanno migliorando, piano, piano. �� E tu, come stai? Spero che stai passando una bella giornata ❤️
(E, prego, dimmi se ho fatto errori, sono sempre disposta ad imparare!)
Ciao! Sono contenta che piano piano le cose stiano migliorando per te. Ti auguro di cuore che la tua vita prosegua su questa strada e che tu riesca a stare sempre meglio. ❤️ Come te, anche io sto lavorando un po' sulla mia salute mentale e fisica: ultimamente sono successe un po' di cose che mi hanno fatta stare abbastanza male, ma sto cercando di superarle. Sono sicura che, pian piano, proprio come stai facendo tu, andrà meglio anche per me. L'importante è non avere mai fretta, e rispettare noi e i nostri ritmi 😊 Oggi sono abbastanza contenta, sono riuscita a fare un giro in centro città (ho messo dei video su Instagram, molto veloci) e ho incontrato un paio di persone per un'idea che ho in mente e spero di realizzare prossimamente.
(Hai scritto benissimo, ti faccio i miei complimenti! Se proprio devo suggerirti qualcosa: 1) "ho fatto colazione con mia mamma" meglio senza l'articolo -è un argomento complesso, quello dell'articolo, quindi non ti preoccupare (eventualmente: x x)-; 2) "ho continuato a lavorare" e non di; 3) "Spero che stia passando" meglio usare il congiuntivo nelle frasi introdotte da un augurio/dubbio, anche se è vero che ormai l'indicativo sta prendendo sempre più piede, soprattutto nel parlato; 4) "ti prego, dimmi..." e non "prego": da solo di solito è usato per rispondere a "grazie", al posto di "ecco / a te / a lei" -se al ristorante un cameriere ti porta un piatto, per esempio- o come verbo "pregare : io prego". Ma se per esempio chiedi un favore a qualcuno, usa anche il pronome personale o, se vuoi evitare, opta per una formula come "per piacere, per favore..." (x))
Grazie comunque per aver condiviso con me (e con tutti) la tua giornata produttiva! Un abbraccio
7 notes · View notes
shade-ici · 3 years ago
Text
Giovedì 30 settembre 2021, 00:06, AN
Oggi mi sono svegliata male ancora e ogni volta che non dormo/faccio incubi, poi la giornata prosegue davvero male. Ho passato il pomeriggio a bere e a piangere nel divano, non avevo i soldi per pranzare, ho mangiato 2 acini d'uva rubati in casa dei bambini da cui faccio la babysitter, tra l'altro stamattina ho fatto una fatica immensa ad andare a lavorare, che poi...lavorare...andare a prendere dei bambini a scuola e portarli a casa loro apparecchiandogli il pranzo già preparato dalla madre, fine. Per fortuna avevo in macchina degli occhiali da sole che ho rubato in chiesa al matrimonio, occhiali da 4 soldi sia chiaro, non rubo roba di valore, anzi non rubo proprio di solito, è stato un caso che finissero nella mia borsa. Insomma, si sono rivelati utili per coprire la mia faccia in frantumi e non far preoccupare i genitori quando sono venuti a darmi il cambio. Sembravo una tossica, occhi gonfi e rossi dal pianto continuo. Quando sono tornata a casa ho ricominciato a bere e un po' sono stata meglio, ma poi mi sono ricordata che nel raptus della settimana scorsa (sì ho avuto una crisi bella grossa che non ho riportato qui sopra perché sono stata k.o. nel letto diversi giorni e ho provato ad ammazzarmi e non mi andava di ricordarmi questo schifo, ora va meglio cerco di stare meglio e credetemi, la giornata di oggi è stata infinitamente migliore dell'inferno della settimana scorsa) ho cancellato insieme a tutte le altre cose le poesie in cinese e dio se ho pianto, sono arrivata arrancando al balcone e stavo per volare di sotto a causa dell'alcol. Mi ha fermato il gatto che ha iniziato a miagolare forte. E in tutto questo domani-oggi è l'anniversario di morte del marito della mia migliore amica e io non so cosa fare sono terrorizzata e mi sento un'amica di merda per non essere in grado di tenere insieme i miei pezzi quando gli altri avrebbero bisogno di me. Mi odio
2 notes · View notes
3nding · 5 years ago
Text
17 giugno. Ore 8.35, Stazione Termini, binario 20.
Questa mattina Passavo di là per raggiungere il mitologico binario 20 bis, quando mi imbatto in un manipolo di circa 8 poliziotti urlanti, in cerchio attorno ad una famiglia di immigrati, madre, padre e bambino alto quanto alla valigia che avevano queste persone.
I poliziotti urlavano tutti insieme, mentre la donna rispondeva solo "scusate, ma io non ho capito", il marito(suppongo fosse tel) muto ed il bambino terrorizzato.
Ho pensato, ok, siamo alle solite, niente biglietto, ora li multeranno e arrivederci.
Oddio, in 8 per questa cosa mi pareva una roba eccessiva.
Ma tanto è, di solito vanno a coppia oggi si saranno trovati ad essere in tanti.
Avrei anche tirato dritto, e in effetti lo stavo facendo, se non fosse stato che, appena oltre passato l'allegro gruppetto di divise urlatrici, sento una voce maschile tuonare: "Tu, te ne devi tornare in Nigeria, perché avete rotto qui IN Italia!!!".
È stato un attimo, ho fatto marcia indietro, sono arrivata vicino a questo accerchiamento ed ho chiesto ad uno dei poliziotti più esterno al gruppo, se fosse normale per loro rivolgersi così alla gente.
Segue interessantissimo scambio di opinioni su ciò che è lecito e ciò che no lo è. Scambio inutile, ovviamente, e sempre numericamente impari, perché da io e il poliziotto, siamo diventati io e 3 poliziotti urlanti, questa volta contro di me.
Ve la faccio brevissima, da lì al " sig.ra, mi dia i suoi di documenti", è stato un attimo.
Ho fornito la mia patente e continuato ad eccepire, come una cantilena, che non si fa, che la polizia certe frasi non le può e non le deve dire, perché la polizia garantisce l'ordine pubblico e tutela i diritti di tutti, o dovrebbe. Urlare ad una "Negra" di tornarsene in Nigeria, depone proprio molto male.
Lo dice pure la Cassazione, lo stabilisce la Costituzione...lo prevede quel famoso stato di diritto che al momento è un mito pari al binario 20 bis.
Tutti lo sentono nominare ma nessuno sa se esiste davvero.
Ebbene, giacché non accennavo a tacere, sono stata gentilmente minacciata di doverli seguire in ufficio, se avessi continuato a sostenere che avevano urlato la frase di cui sopra.
Solo quando ho comunicato che li avrei seguiti, anche per denunciarli a qualche loro superiore, poiché sono un avvocato, mi è stata restituita la patente e nessuno ha più voluto portarmi in ufficio e mi è stato spiegato che loro, la polizia, è stanca e che io mi dovrei vergognare di difendere immigrati e non la polizia.
Ora, la discussione è stata accesa, ricca di contestazioni mie, urla loro, mezze minacce e metodi che mi hanno lasciata senza parole.
Tutti e 8 i poliziotti si sono mostrati completamente convinti che dire ad una donna nigeriana, davanti al figlioletto in lacrime, che se ne deve tornare in Nigeria perché qui ha rotto, e poi usare il loro potere per minacciare altra donna italiana per zittirla, sia legittimo, dal momento che nessuno di loro ha ripreso il collega.
Io non sono stata più portata in ufficio, non so con chi ho avuto il piacere di interloquire in mattinata, perché naturalmente alla polizia i documenti non si chiedono, ma so che se non ci diamo una svegliata, qui il baratro è domani.
P. S.
Quando un italiano viaggia sui treni senza biglietto, prende la multa. Non si trova 8 poliziotti che gli urlano in testa di tornare al paese suo, perché ha rotto. - Anna Chiara Forte
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10158365787554035&id=582139034
72 notes · View notes
mynameis-gloria · 4 years ago
Text
Oggi è giovedì, un giovedì caldo e soleggiato e per una volta in questo giovedì mi sono svegliata alle otto e sono a casa. Dovrebbe essere una notizia buona, una di quelle piacevoli e invece non è così
Ieri è stata una delle giornate più stressanti di questo lungo periodo. Ora racconterò tutto e non importa se mi dilungherò, io il dono della sintesi non ce l'ho! (Sorry)
Durante il racconto troverete delle assurdità, cose che a confronto un drago sarebbe più reale, ma purtroppo no è tutto vero e l'Italia è sempre più un posto meraviglioso.
Ieri mio fratello tornato a casa dal lavoro ci comunica che (anche lui ignaro fino a qualche ora prima) è risultato positivo al test di controllo che hanno fatto in azienda. Il giorno prima ha avuto mal di gola (mia mamma aveva chiamato subito la dottoressa dato che è uno dei sintomi segnalati e la dott. Ci aveva comunicato che la "procedura covid" l'avrebbe potuta far partire solo dopo 3 giorni di febbre e con lo stesso sintomo). Direi che il controllo a sorpresa dell'azienda in cui lavora ha accelerato i tempi. Dopo averci comunicato questa notizia c'è stato un attimo di "panico" generale e mille pensieri che hanno iniziato a correre per la testa di tutti noi. Primo pensiero il lavoro! Secondo pensiero papà che è un soggetto a rischio e che da martedì sentiva gli stessi sintomi di mio fratello
Fase 1: chiamare subito la dott. Fase 2: prenotare subito 3 tamponi urgenti (sotto anche suo consiglio per toglierci ogni dubbio) Fase 3: isolare mio fratello, mentre noi alle 14.30 per grazia divina ci rechiamo all'appuntamento.
Facciamo questo terribile tampone che mi è toccato far per prima e chiamarlo fastidioso è falsoooo, perché brucia e gli occhi ti lacrimano e anche se dura secondi questa esperienza ti resta impressa (SHOK BECAUSE) e veniamo informati che l'unico membro familiare negativo è.... rullooooo di tamburi: io.
Già proprio così! Subito la signora dice che dovranno isolarmi e assolutamente pulire tutta la casa con candeggina, disinfettanti, lanciafiamme e bla bla bla (Ringrazio di aver avuto l'idea di andare con due auto)
Ci ritroviamo a casa, sentiamo la dott. cosa dobbiamo fare ora perché automaticamente siamo stati tutti registrati sul portale, nel mentre io continuo a pensare al mio lavoro e ai miei superiori, alle colleghe e al fatto che sono negativa e vipregomandatemialavorochenonvoglicrearecasiniiii ma la doc ci comunica che
1: nessuno può uscire di casa
2: io non posso andare a lavoro
3: i miei genitori conosceranno Emily
4: dobbiamo rifare il tampone per accertamenti perché questo è come se non fosse valido (50 euro a tampone la validità è meglio che la troviate :))) )
Ci richiama dopo qualche ora mentre noi eseguiamo e ribaltiamo la casa, cercando di capire e trovare un modo per tenerci tutti a distanza e avere meno contatti possibili. Salterò tutta questa parte perché is not important
Nella chiamata la doc dice di voler parlare con me perché l'unica diretta interessata (appost!) E mi comunica che mi potrà metter in mutua solo per questi due giorni (giovedì e venerdì, il giorno del secondo tampone ufficiale) dando per scontato che poi è Pasqua e c'è il weekend e si sta tutti a casa felici e contenti e nel frattempo penso "se miao magari" e le dico che no il sabato lavoro e pure a Pasquetta, allora dice che può prolungarmi la mutua massimo fino a lunedì ma non oltre e mi spiega che (qui c'è davvero dell'incredibile) dobbiamo sbrigarci perché il problema per chi è negativo è che l'Inps non accetta la richiesta. SIAMO UN PAESE FANTASTICO
Ricapitolando io voglio andare a lavoro perché sono negativa, non posso e mi è imposto obbligatoriamente dalla legge perché "sono a contatto" con persone positive ma allo stesso tempo loro non mi pagano i giorni a casa perché risulto negativa! Ahhh CHE BELLA LA BUROCRAZIA
Mi dice che devo fare la richiesta di protocollo bla bla bla e che martedì poi in base all'esito del secondo tampone vediamo come proseguire. Riferisco tutte queste informazioni al mio datore di lavoro, e con gran sorpresa, niente urla, imprecazioni, arrabbiature (per questa notizia che si ripercuoterà sul cambio di turni ecc), ma anzi è lui a rassicurarmi e dire di non preoccuparmi perché sì sanno che le procedure sono lunghe e infinite e che ci aggiorniamo ecc ecc...
Insomma ora, che sono davvero quasi arrivata alla fine della storia, devo sperare di risultare negativa anche al secondo tampone anche se ammetto che un po di ansia ce l'ho. Non so cosa può succedere in questi giorni e da ieri sono isolata a mangiare in camera mia, sulla scrivania, comunichiamo tramite chiamate e messaggi, indossiamo per forza la mascherina e non posso utilizzare niente che tocchino loro. Praticamente è una sorta di isolamento al contrario! Dobbiamo fare i turni solo per andare in cucina che è l'unico posto in comune e so che bisogna solo abituarsi e all'inizio è un po strano ma questa situazione per quanto ironicamente e allegramente cerchi di prenderla è davvero pesante. L'unica cosa che mi era rimasta quando tornavo da lavoro era la corsa e poter uscire a passeggiare ed ora dovrò passare il più delle ore di ogni giornata dentro le mura di camera mia. Non so è una sensazione davvero strana e non so bene come spiegare quello che sto provando, anche per la situazione in generale, l'atmosfera che c'è tra la mia famiglia, i pensieri che passano nella teste di ognuno di noi, specialmente di papà e ieri ho visto per un attimo andare tutti in tilt e il panico nei loro sguardi. Ringrazio che per il momento stiano bene se non per un semplice mal di gola e raffreddore ma spero che passi e finisca il più presto possibile perché ora anche quel briciolo di normalità che era rimasto almeno all'interno della nostra casa, è stato spazzato via.
E in tutto questo sono furiosa e allibita ma non stupita da come le cose si svolgano e funzionino male in Italia ed è inutile fingere il contrario, ma non possiamo stupirci se poi i casi aumentano ogni giorno e se passeranno anni prima che finisca questa dannata storia. Basta solo vedere cosa succede e quante cose senza senso ci sono quando uno chiama per dire che ha un sintomo...3 giorni e chi dice che sono per forza tre giorni, ad una persona magari gliene basta uno di febbre! questo è tutto tempo perso che non torna.
Ho finito, davvero. Ora vado a dipingere
7 notes · View notes